Osservando le curve dei rendimenti per il mercato europeo e americano, è evidente come siano inclinate negativamente in entrambe le aree. Questo cosa vuol dire?
Le curve invertite implicano tassi a breve più alti di quelli a lungo termine, scenario tuttavia normale nelle fasi finali di un ciclo di tightening, come quello che stiamo vivendo. È molto probabile che i tassi scenderanno anche più di quello che il mercato si aspetta, questo anche perché l'inflazione, si sta avvicinando al target delle banche centrali. I rendimenti del mercato obbligazionario appaiono quindi molto interessanti anche in considerazione del fatto che i rendimenti sono alti in chiave storica rispetto a dove dovrebbero essere vista l’attuale fase del ciclo economico e di politica monetaria.Per fare delle previsioni è importante valutare correttamente i movimenti dei mercati e saperli interpretare, con la consapevolezza che ci possono essere variazioni brusche e inaspettate sia positive che negative. Pensiamo agli ultimi mesi dello scorso anno: non appena le banche centrali hanno dato segnali di stabilizzazione e possibile riduzione dei tassi, è iniziata una fase estremamente positiva grazie al ritorno di fiducia; in un paio di mesi si è recuperato quasi il 50% di quanto perso nel corso del 2022.
I BTP sono al momento molto richiesti dagli investitori. Quale la vostra opinione?
La curva dei rendimenti per i titoli governativi italiani inclinata positivamente e la volatilità in calo permettono di migliorarne il profilo di rischio/rendimento dei BTP, ma bisogna tener ben presente che non deve però essere l’unica forma di investimento per il proprio patrimonio. E’ importante la diversificazione nella scelta dei propri investimenti, come è importante la gestione professionale anche sui BTP. E non bisogna trascurare il fatto che in uno scenario con prospettive di tassi in calo, il reinvestimento semestrale delle cedole potrà avvenire a tassi inferiori rispetto a quelli iniziali, quindi i rendimenti finali offerti dai BTP potrebbero essere inferiori rispetto a quelli calcolati oggi.In ottica di diversificazione, è quindi importante essere sempre ben posizionati su quelli che saranno i temi che guideranno il mercato, senza puntare tutto su un’unica idea di investimento. Quali sono secondo voi per il 2024?
Tenendo sempre come principio cardine la diversificazione per essere pronti ai diversi scenari di mercato, pensiamo che sia conveniente tenere un posizionamento lungo sulla duration e investire sulle parti brevi o intermedie della curva, dove i tassi potranno scendere maggiormente nel corso dei prossimi mesi realizzando rendimenti interessanti. In questo particolare momento è inoltre utile non focalizzarsi su un’area particolare tra USA ed Europa, perché probabilmente avranno un andamento simile. In termini di spread, invece, i paesi periferici dell’area euro, tra cui c’è anche l’Italia, dovrebbero beneficiare della fase di calo dei tassi, in quanto maggiormente indebitati. Infine, avere posizioni sui titoli inflation linked anche se le stime sull’inflazione sono al ribasso, potrebbe essere una strategia per proteggersi da eventuali rialzi dell’inflazione inattesi.Volgiamo lo sguardo al mercato del credito. Quali sono le aspettative per i prossimi mesi?
Il mercato del credito ha diversi fattori a livello fondamentale e tecnico che indicano che l’asset class potrà godere di un contesto favorevole anche nei prossimi mesi. Per il 2024, se si ipotizza uno scenario centrale di crescita economica moderata, la situazione dei bilanci delle aziende dovrebbe rimanere sotto controllo e non problematica. Non si possono, però, ignorare gli effetti negativi delle politiche monetarie restrittive sul costo del capitale e del debito, soprattutto per le società con i fondamentali più fragili. In prospettiva, quindi, la view di Eurizon verso il settore del credito è positiva, perché l’asset class continua a offrire opportunità all’interno dei vari segmenti. Suggeriamo quindi di rimanere esposti a questa asset class per poter beneficiare delle possibilità offerte dalla componente a tasso fisso del mercato corporate, all’interno di un portafoglio diversificato.Un portafoglio che contiene obbligazioni societarie di adeguata qualità (Investment grade) o ad alto rendimento (High yield) può essere una valida scelta in alternativa o come fonte di diversificazione al BTP?
Certamente. Un portafoglio ben diversificato sul credito offre la possibilità di diversificare e ridurre il rischio idiosincratico, come ad esempio il rischio paese, che viene attenuato dalle diverse posizioni su diverse aree geografiche europee o globali e settori economici. Questa combinazione aiuta anche a gestire i momenti di volatilità, che possono coincidere con eventi particolari legati ai singoli paesi. Con le opportune proporzioni, un portafoglio IG/HY può quindi offrire un merito di credito ponderato uguale o superiore a quello di un titolo di stato italiano con rendimenti simili o maggiori, con l’aggiunta dei benefici di diversificazione.Quali settori del mercato del credito pensate possano offrire maggiori opportunità/ritenete più interessanti?
Tutti i settori del credito risultano interessanti: Investment Grade, High Yield e credito strutturato godono attualmente di situazioni particolarmente vantaggiose.Il comparto IG, in termini assoluti, ha in questo periodo storico rendimenti positivi che non si raggiungevano da oltre 10 anni: riteniamo quindi che sia un settore su cui conviene essere posizionati e che presenti molte potenzialità.
Per i titoli HY, a livello geografico, si preferiscono le emissioni europee a quelle americane, sia per ragioni di carattere fondamentale e di rendimento dell’universo investibile per unità di rischio, legate alle previsioni di tassi di default più bassi in Europa, sia per la presenza di un quadro tecnico più positivo.
Infine, ma non per importanza, il settore del credito strutturato vede la nostra preferenza andare verso i CLO (Collaterized Loan Obligation), cioè titoli di debito basati su un paniere di crediti corporate obbligazioni o prestiti del settore high yield. La nostra preferenza è verso titoli con rating pari a BBB e BB perché hanno rendimenti interessanti e una maggiore difesa in caso di downgrade o riduzione della valutazione, che potrebbe realizzarsi in una situazione di frenata economica.
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