Cosa sono le materie prime critiche e le terre rare e perché sono importanti per la transizione energetica
L’International Energy Agency (IEA), nel report Sustainable and responsible mineral supply chain(1), evidenzia come un’efficace transizione verso il raggiungimento della neutralità climatica (Net Zero) necessiti di una rapida diffusione di tecnologie energetiche a bassa impronta di carbonio che comporterà un significativo aumento della domanda di materie prime critiche ed elementi delle terre rare. L’IEA, infatti, stima che l’utilizzo di questi minerali verrà quasi quadruplicato nel 2030 rispetto al livello attuale, essendo ampiamente utilizzate nel mondo dell'elettronica, delle automobili e dell’aeronautica.
Le materie prime critiche sono quei materiali di strategica importanza economica e caratterizzati allo stesso tempo da alto rischio di fornitura (l’Unione Europea ne ha identificate n.342). Nell’elenco delle materie prime critiche rientrano le cosiddette terre rare, anche definite con l’acronimo inglese REEs ovvero Rare Earth Elements, indispensabili per la produzione di turbine eoliche, pannelli fotovoltaici e batterie per auto elettriche.
Fonte: Consiglio europeo, 2024
Secondo il Dipartimento per gli Affari Europei Italiano3 entro il 2030 il fabbisogno europeo di litio crescerà di 18 volte e di cobalto di 5 volte, rispetto ai livelli attuali, per via del ruolo che questi hanno nella fabbricazione di batterie per veicoli elettrici e stoccaggio di energia; si prevede che nel 2050 questo fabbisogno crescerà fino a 60 volte in più per il litio e 15 volte in più per il cobalto rispetto ai livelli attuali.
Alla luce dell’aumento esponenziale atteso della domanda di questo tipo di minerali nei prossimi anni, a marzo 2024 il Consiglio Europeo4 ha adottato un regolamento sulle materie prime critiche, il Critical Raw Materials Act, volto ad identificare parametri di riferimento per la copertura del consumo annuo di materie prime da parte dell'UE.
Fonte: JRC Science for Policy Report Supply chain analysis and material demand forecast in strategic technologies and sectors in the EU – A foresight study, 2023
In termini di consumi energetici, il settore edilizio consuma circa il 42% dell’energia: in dettaglio, nel settore residenziale, solo il 20% di questa energia proviene da fonti rinnovabili. Riscaldamento e raffreddamento rappresentano la maggior componente del consumo energetico (63%).
Valutazione del grado di esposizione e rischio degli emittenti
L’importanza del tema delle materie prime critiche è stato analizzato anche dalla Commissione Europea nel Critical Raw Materials for Strategic Technologies and Sectors in the EU, pubblicato a settembre 20205, che evidenzia come 25 selezionate materie prime, con diverso grado di “supply risk”, siano strumentali in particolare per i settori delle energie rinnovabili, della mobilità elettrica e della difesa. Questa analisi aiuta quindi ad inviduare l’esposizione degli emittenti all’utilizzo di specifiche materie prime critiche e terre rare finalizzate allo sviluppo di clean technologies.
Fonte: Commissione Europea, Critical Raw Materials for Strategic Technologies and Sectors in the EU, analisi basata su 25 raw material, 2020
Parlando di terre rare, le riserve globali di questi elementi sono geograficamente concentrate in alcuni paesi come la Cina, il Vietnam, il Brasile, la Russia e l’India. In particolare, la Cina è il paese con le maggiori riserve (44m di tonnellate) e il più alto volume di estrazioni all’anno (140,000 tonnellate) e fornisce il 100% di HREE all’EU.
Fonte: USGS Mineral Commodity Summaries, Rare Earths, 2020
L’aumento dell’estrazione di materie prime critiche, in particolare in aree geografiche dove le norme ambientali e sociali sono meno stringenti, solleva il rischio di violazione di norme ambientali e dei diritti umani fondamentali.
Per esempio, come sottolineato dall’ US Department of Labor, Investor Alliance for Human Rights6, la regione cinese Xinjiang è al centro di investigazioni relative a pratiche di lavoro forzato e sta diventando un hub globale per la lavorazione dei minerali utilizzati nelle batterie dei veicoli elettrici, ad esempio nichel, rame e manganese; inoltre, il 35% del polisilicio del mondo proviene dalla regione Xinjiang.
Incoraggiare gli emittenti verso una giusta transizione attraverso l’engagement
Come evidenziato dall’IEA nel report Sustainable and Responsible Critical Mineral Supply Chains7, lo sviluppo di potenziali nuove miniere e di impianti di lavorazione a seguito dell'aumento della domanda di minerali essenziali per sostenere la diffusione di tecnologie energetiche pulite comporteranno una pressione crescente sulle persone, sull'ambiente, sulle comunità e sulle popolazioni indigene nelle aree interessate.
Dal punto di vista ambientale, l’estrazione di questi minerali prevede l’utilizzo di solventi chimici che possono risultare dannosi per il territorio, per le falde acquifere e per le conseguenti emissioni di CO2 in assenza di rigidi protocolli di sicurezza.
Un obiettivo importante nel dialogo con gli emittenti appartenenti ai settori più esposti è quindi quello di sensibilizzare le società ad adottare procedure di controllo sulla propria catena di fornitura. Relativamente al tema della transizione energetica, nell’ambito degli impegni presi a seguito dell’adesione alla Net Zero Asset Managers Initiative, Eurizon valuta la credibilità dei piani di transizione degli emittenti, delineando e comunicando in maniera puntuale e trasparente le aspettative nei confronti delle società partecipate attraverso l’attività di dialogo (engagement).
La valutazione si basa su diversi criteri, tra cui quello della Just Transition che riguarda la realizzazione di una transizione equa, individuando nella catena di fornitura di materie prime critiche uno dei punti d’attenzione, insieme alle azioni in supporto ai dipendenti e alle comunità locali.
Durante l’attività di engagament, Eurizon incoraggia le società partecipate a:
(i) dotarsi di piani di formazione sulle nuove tecnologie e tecniche di produzione, in ottica di riqualificazione del personale e favorire lo sviluppo del capitale umano;
(ii) considerare i potenziali impatti sulle comunità locali, fornendo sostegno ai territori che devono far fronte alle sfide socio-economiche derivanti dalla transizione verso la neutralità climatica;
(iii) dotarsi di una catena di approvvigionamento minerario responsabile, incoraggiando il recupero delle materie prime critiche dalle strutture di deposito dei rifiuti e dalle attività di estrazione e intensificando gli sforzi per attenuare gli effetti negativi in materia di diritti dei lavoratori, diritti umani e tutela ambientale.
Possibili ambiti di valutazione in fase di engagement
Approvvigionamento e gestione delle materie prime |
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Rischio di violazione dei diritti umani e dei lavoratori nella catena di fornitura |
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Attività estrattive e danni ambientali |
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Ricerca, sviluppo e collaborazione |
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Key takeaways
Le materie prime critiche e le terre rare ricoprono un ruolo strategico, nel medio termine, nella realizzazione degli investimenti necessari alla transizione ecologica.
La concentrazione geografica in alcune aree del mondo, in cui i protocolli ambientali e la gestione del capitale umano sono meno stringenti, evidenzia potenziali rischi sia per l’ambiente, sia per la comunità.
Dal punto di vista ambientale, il riciclo di materie prime critiche è ancora limitato in quanto risulta complesso trovare il materiale da riciclare “pulito” o “ready to use” e “pulire” il materiale di scarto contaminato da altri elementi. Tuttavia, le attività di economia circolare potranno risultare importanti per riuscire a limitare ed efficientare l’estrazione e l’utilizzo di materie prime critiche, limitando i danni per l’ambiente.
A questo proposito, la nostra esperienza di engagement evidenzia come, emittenti appartenenti al settore automobilistico, consapevoli di avere un’alta esposizione all’utilizzo di materie prime critiche, inseriscano tra le leve a disposizione della strategia di decarbonizzazione, programmi di ricerca e sviluppo dedicati allo studio di soluzioni volte al riciclo di batterie, alluminio, acciaio e plastica.
Dal punto di vista sociale, non sono da sottovalutare i rischi legati alla violazione di diritti umani fondamentali nell’approvigionamento di materie prime critiche. Questo rischio è dovuto alla presenza geografica della gran parte dei giacimenti estrattivi di terre rare in paesi come Cina e Myanmar dove possono esserci limitazioni alla libertà civile e rispetto limitato di norme a tutela di diritti umani fondamentali. Pertanto, le società sono incoraggiate ad adottare sistemi e procedure di due diligence per assicurarsi di poter identificare e gestire rischi effettivi e potenziali legati alla fornitura di questi metalli e minerali.
Infine, la recente Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) richiederà alle imprese di gestire i rischi legati al rispetto dei diritti umani e agli impatti ambientali che potrebbero generarsi nelle rispettive attività operative e nelle filiere produttive a cui partecipano, pertanto potrà garantire una maggior consapevolezza e trasparenza anche per gli investori.
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